Idrico
L’acqua è una risorsa preziosa ed è noto a tutti che dove c’è acqua c’è vita. Forse non tutti sanno che tra i suoi molteplici utilizzi, l’acqua può essere impiegata anche per la produzione di energia elettrica attraverso i c.d. impianti idroelettrici.
L’energia idrica rientra tra le fonti rinnovabili programmabili poiché a differenza del solare e dell’eolico, la sua produzione, attraverso un sistema integrato di impianti, può essere regolata a seconda delle esigenze, garantendo continuità e stabilità nella generazione di energia.
In Italia
Gli impianti idroelettrici sono composti dall’insieme dei gruppi (turbina+alternatore) e delle opere idrauliche, civili ed elettromeccaniche, che concorrono allo sfruttamento di un corso d’acqua per la produzione di energia (Fonte, Terna).
In termini di capacità, la potenza di generazione elettrica lorda installata in Italia al 31 dicembre 2018 è stata pari a 118,1 GW, di cui 22,9 GW sono centrali idroelettriche. La maggior parte del parco idroelettrico installato in Italia è situato al Nord.


CONSUMI
La produzione nazionale lorda di energia elettrica nel 2018 è stata pari a 289,0 TWh soddisfatta per il 60,3% dal termoelettrico tradizionale e il restante 39,7% da fonti rinnovabili.
Relativamente alle fonti rinnovabili, un incremento considerevole del 2018 è stato rappresentato dalla fonte idroelettrica da apporti naturali (49,3 TWh, +36,2%, dopo il calo del 14,6% registrato nel 2017) che, fortemente influenzata dall’aumento di piovosità, ha contribuito per il 17,1% alla produzione totale. Il 13,9% della produzione lorda è stata ottenuta dalle fonti eolica e fotovoltaica ed il restante 8,7% da geotermico e bioenergie (Fonte, MISE).
La rete idrica
Il servizio idrico è un servizio regolato normativamente in tutto il mondo e legato alla gestione amministrativa dell’acqua. In particolare, il servizio idrico integrato è costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue, e deve essere gestito secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie.
Fonti istituzionali evidenziano il deficit infrastrutturale che caratterizza il settore: in Italia le infrastrutture idriche non raggiungono la completa copertura in termini di abitanti residenti, la maggior parte della rete ha un’età superiore a 30 anni e mediamente il 30%-35% dell’acqua immessa nelle reti risulta dispersa.


Approvvigionamento
Per il quadriennio 2016-2019, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), tenuto conto delle previsioni di disponibilità di fondi pubblici, stima una spesa complessiva per investimenti sulle reti idriche pari a 11,1 miliardi di euro.
A decorrere dal 2018, su iniziativa dell’ARERA, i soggetti competenti sono tenuti ad adottare, nei relativi schemi regolatori, obiettivi di qualità tecnica tra cui: contenimento delle perdite di rete, con efficace presidio dell’infrastruttura acquedottistica; mantenimento della continuità del servizio, anche attraverso una idonea configurazione delle fonti di approvvigionamento; un’adeguata qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Trattandosi di un bene primario, l’Autorità ha varato nel 2017 due provvedimenti al fine di tutelare il diritto all’accesso universale all’acqua e come previsto dalla normativa primaria.
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