Petrolio
Non solo il petrolio è tra le principali risorse energetiche del pianeta, che viene impiegata in maniera significativa per soddisfare la domanda nel settore dei trasporti (terrestre, marittimo e aereo), ma è anche una materia prima dagli usi molteplici. Quasi tutto ciò che vediamo attorno a noi contiene, direttamente o indirettamente, derivati del petrolio: dai mobili alle vernici, dai giocattoli all’abbigliamento, e perfino i medicinali e i cosmetici. Gli usi svariati del petrolio e la sua caratteristica di “spina dorsale” del sistema energetico, ha spinto i consumi verso la soglia dei cento milioni di barili di petrolio al giorno.
In Italia
L’Italia fa grande uso di petrolio, che per decenni ha rappresentato la prima fonte energetica del Paese (superato solo recentissimamente dal gas naturale): basti pensare che ogni italiano utilizza in media 7,5 barili di petrolio all’anno, pari a poco più di tre litri al giorno!
Il ciclo produttivo del petrolio e dei prodotti petroliferi si articola su tre fasi principali, tradizionalmente conosciute come upstream, midstream e downstream.
Con il termine upstream si intendono tutte quelle attività connesse alla ricerca e produzione di idrocarburi. Analogamente a quanto avviene per il settore del gas, il Ministero dello Sviluppo Economico rilascia alle compagnie energetiche i diritti di sfruttamento, esplorazione, sviluppo e produzione di petrolio. Esse generano un valore aggiunto oltre 3 miliardi di € (Fonte, MISE), impiegando circa 30 mila addetti. Il settore Upstream ha una lunga tradizione nella penisola: si consideri che il primo pozzo fu perforato a Ozzano, in provincia di Parma, nel 1860: un anno prima dell’Unità d’Italia! Da questa lunga tradizione si è sviluppata una filiera produttiva di eccellenza, in grado di operare sui mercati di tutto il mondo.


UPSTREAM: DATI E CONSUMI
Nel 2018 la domanda di petrolio è stata pari a 58,6 Mtep, di cui circa l’8% è stata coperta dalla produzione nazionale, mentre la restante parte viene importata. (Fonte, MISE). Contrariamente a quanto si crede, l’Italia non è un Paese povero di idrocarburi: oltre ai giacimenti (prevalentemente di gas naturale) nell’Adriatico, nel sud del Paese, (Basilicata), insistono giacimenti onshore tra i più grandi di Europa.
Nel 2018 la spesa per l’approvvigionamento di energia dall’estero (saldo import-export) è costata al nostro Paese 42,390 miliardi di €, con un peso sul PIL del 2,4%. (Fonte, Unione Petrolifera su dati Istat); la produzione nazionale di greggio e di gas naturale ha consentito un risparmio di 3,1 miliardi di € sulla fattura energetica nazionale. La fattura petrolifera si è attestata sui 22,265 miliardi di €. I principali Paesi di approvvigionamento sono stati l’Azerbaijan, Iraq e Arabia Saudita.
MIDSTREAM E DOWNSTREAM PETROLIFERO
Per poter essere utilizzato nelle sue molteplici forme, il petrolio deve essere raffinato in prodotti finiti (carburanti, combustibili, solventi, bitumi, lubrificanti) o in prodotti intermedi per l’industria petrolchimica. Questo processo industriale è noto come raffinazione del petrolio.
Nel 2018 gli investimenti che hanno interessato il settore della raffinazione sono ammontati a
950 milioni di € e sono stati finalizzati, in larga parte, ad opere di ammodernamento degli impianti, al mantenimento degli standard di sicurezza ed affidabilità, nonché al miglioramento della compatibilità ambientale.


RAFFINAZIONE, LOGISTICA E RETE DI DISTRIBUZIONE
In Italia nel 2018 sono state attive 11 raffinerie con una capacità di raffinazione effettiva di 83,7 mt/a (Unione Petrolifera). Due raffinerie tradizionali hanno subito il processo di riconversione in bioraffinerie e trasformano materie prime di origine biologica in biocarburanti di alta qualità. La bioraffineria di Venezia primo esempio al mondo di raffineria tradizionale a essere riconvertita in raffineria green, ha una capacità di lavorazione di circa 360.000 tonnellate di oli vegetali all’anno. Sarà inoltre completata la bioraffineria di Gela che avrà una capacità di lavorazione di circa 750.000 tonnellate di oli all’anno e una produzione di 600.000 t di green diesel all’anno (Fonte, Mise).
Nel 2018, le materie in lavorazione sono state complessivamente 78,9 milioni di tonnellate, di cui l’85% greggi e la restante parte semilavorati.
Nel 2018, i principali prodotti petroliferi ottenuti dal processo di raffinazione sono stati i gasoli (39,5%), le benzine (18%), gli olii combustibili (9%), la virgin nafta (6,9%), il carboturbo jet fuel (3,9%), i bitumi (3,5%) e i lubrificanti (1,6%). (Fonte, MISE).
I terminali di ricezione dei prodotti finiti sono chiamati depositi costieri e risultano di importanza strategica anche per la distribuzione sul territorio nazionale di prodotto raffinato presso stabilimenti costieri. I prodotti finiti sono poi trasferiti dalle raffinerie e/o dai depositi costieri ai depositi interni (trasporto primario) via mare o via oleodotto.
Consumi Finali
La distribuzione dei prodotti raffinati al consumatore finale avviene nella fase del trasporto secondario attraverso le strutture commerciali e viene effettuata in larga misura – circa il 65% – con trasporti su strada. I carburanti, principalmente diesel e benzine, raggiungono i clienti finali grazie ad una capillare rete di distribuzione forte di oltre 22mila punti vendita.
Nel 2018 il petrolio ha coperto il 92,2% del fabbisogno energetico nel settore dei trasporti. La riduzione del suo peso rispetto al 92,5% del 2017 è stata assorbita dalle rinnovabili (biocarburanti) passate al 3,2%.
(Fonte, Unione Petrolifera).
