“Un nuovo modello energetico decarbonizzato
Una sfida che parte dal Sud”
Il Presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci, a Gela al convegno “Gas e carburanti: Bio si può – Nuova frontiera per l’industria del Sud”, con Fondazione Merita ed Eni.
Gela, 19 dicembre 2022 – “Il tema della decarbonizzazione non si può risolvere solo con le rinnovabili. Non si può negare il ruolo del gas nella transizione e minimizzare il peso delle soluzioni low carbon, come i biocarburanti, il biogas, i processi circolari di valorizzazione dei rifiuti e la CCS. Proprio queste ultime, infatti, sono indispensabili per accompagnare la transizione e, in modo complementare con le rinnovabili, permettono di decarbonizzare i settori HTA (sia industriali che nei trasporti) che non possono essere elettrificati, di superare l’irrisolto problema degli accumuli elettrochimici e, con grandissimo vantaggio, permettono la riconversione dei siti industriali dei settori declinanti, salvaguardando il più possibile infrastrutture, professionalità, occupazione, tessuto imprenditoriale del territorio”.
Lo ha ribadito il Presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci, intervenendo lunedì 19 dicembre nella bioraffineria Eni di Gela al convegno “Gas e carburanti: Bio si può – Nuova frontiera per l’industria del Sud”, organizzato da Fondazione Merita, in collaborazione con Eni, cui ha partecipato il Vice Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava insieme ai maggiori stakeholder del settore, a cominciare da Snam, Utilitalia e, sul versante degli utilizzatori, Aeroporti di Roma.
“La crisi del gas, iniziata ben prima della guerra russo-Ucraina (a causa dello sbilanciamento tra domanda e offerta generatosi nel 2021 in Olanda per la riduzione degli investimenti sulla produzione gas negli ultimi anni, per la sostituzione del carbone con il gas della Cina e per l’incremento della domanda post covid) e le sue ben note conseguenze ci devono far riflettere e imparare. La transizione energetica – ha detto il Presidente Ricci – è un affare terribilmente serio e complicato, che non può essere affrontato con approccio ideologico e superficiale. La sostenibilità ambientale va accompagnata e bilanciata con la sostenibilità economica e sociale e va garantita la sicurezza energetica sia nel periodo transitorio che a regime. È il momento della consapevolezza e di abbandonare l’approccio ideologico per passare a un approccio olistico e di neutralità tecnologica, considerando tutte le soluzioni mature con la stessa dignità, perché non basate sull’ideologia ma sul loro potenziale di efficienza ed efficacia nella decarbonizzazione, di sostenibilità economica e di potenzialità di riconversione dei settori esistenti proprio per salvaguardare anche l’occupazione”.
“Ma per fare ciò – ha sottolineato il Presidente di Confindustria Energia – serve un gioco di squadra perché il problema è troppo grande per essere affrontato gli uni contro gli altri difendendo ideologie, come spesso è stato fatto in questi ultimi anni, in Italia e in Europa. Ma non basta, solo abbandonare le ideologie, occorre anche che tutti facciano la loro parte: le imprese devono ricercare soluzioni e investire, le parti sociali lavorare per la riconversione professionale e pretendere che il nuovo modello energetico decarbonizzato tenga conto del fattore occupazionale; le istituzioni devono abilitare la trasformazione e la riconversione industriale con norme adeguate, in primo luogo accelerando e semplificando gli iter autorizzativi e poi favorendo la crescita di mercato nuovi, come quelle dei biocarburanti (l’HVO e del biojet, per esempio), che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di riduzione CO2, ma permettono anche la riconversione industriale applicando peraltro tecnologie che sono eccellenze italiane. Lo stesso vale per abilitare i processi circolari di valorizzazione dei rifiuti, per il biometano, per l’idrogeno blu e verde e per la CCS”.
In questa direzione, Confindustria Energia e le Organizzazioni Sindacali hanno fortemente puntato sulla sostenibilità integrata e soprattutto sociale della transizione, stilando il manifesto “Lavoro e Energia”, molto ben accolto dal governo Draghi e riproposto ora al nuovo Governo, di cui si trovano alcuni spunti nelle linee guida presentate poche settimane fa dal Ministro dell’Ambiente. La ferma posizione di CE – ha ribadito Ricci – è che la rivoluzione ambientale non si può fare distruggendo settori produttivi che diventano obsoleti e settori industriali perché si adottano soluzioni tecnologiche inadeguate. Pertanto Confindustria Energia e parti sociali sono allineate e coese per ricercare e proporre le soluzioni tecnologiche che permettono di mantenere il giusto equilibrio tra lavoro e energia nella decarbonizzazione”.
“Si può ripartire dal Sud con un nuovo modello energetico decarbonizzato e il caso Gela è emblematico: una raffineria tradizionale che era stata chiusa, per cessata competitività e prospettive, è stata riconvertita in bioraffineria per la produzione di HVO e poi biojet e bionafta, partendo dal palm oil per arrivare ai waste&residue e agli oli vegetali prodotti su terreni degradati in Africa. Questo però – ha ribadito Ricci – è solo un punto di partenza e non il punto di arrivo. Possiamo andare ancora avanti, proprio qui a Gela e produrre il gas che ci manca con Argo e Cassiopea che peraltro, applicando quel modello di sostenibilità integrata, ci ha permesso di progettare l’impianto a terra in raffineria e non in piattaforma al largo. Questo significa ridare ancora più vita al sito industriale di Gela, nuove infrastrutture, nuovi investimenti e nuovo lavoro. Possiamo investire ancora sulla bioraffineria per produrre ingenti quantitativi di biojet, possiamo produrre bionafta per la chimica verde e tante altre iniziative metteremo in campo perseguendo una transizione che sia giusta e che affianchi sempre agli obiettivi ambientali anche quelli economici e sociali”.
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