La complementarietà tra le filiere produttive leva per gli investimenti del PNRR

Roma, 23 aprile 2021 – I fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potranno costituire la leva per importanti investimenti che porteranno benefici economici già nel breve periodo, nell’ambito della più ampia strategia di sostenibilità ambientale già avviata dal nostro Paese con la transizione energetica. Riconosciuta dallo stesso PNRR quale processo abilitante della ripresa e crescita economica, richiederà, in particolare, alle imprese del settore energetico una maggiore ambizione nella trasformazione e nello sviluppo di nuovi modelli di business che porteranno un valore aggiunto all’Italia, non solo in termini di sostenibilità ambientale, ma anche di ricadute positive sull’occupazione e sulla competitività del sistema industriale nazionale.

Una sfida per Confindustria Energia, che con le sue Associazioni e con il supporto tecnico di Cassa Depositi e Prestiti, ha individuato le linee prioritarie di cui il PNRR dovrà tenere conto nella Missione 2 Rivoluzione verde e transizione ecologica. Un piano di interventi che produrrà nuove opportunità di sviluppo delle filiere innovative nazionali e per accelerare e valorizzare i percorsi pianificati e già avviati dalla filiera energetica nella trasformazione dei business nell’ottica degli obiettivi di decarbonizzazione.

Queste prospettive di crescita e stabilità – ribadisce Giuseppe Ricci, Presidente di Confindustria Energiasono essenziali alla luce dell’incertezza che l’evoluzione della pandemia nell’ultimo anno ha determinato sulle persone, sull’economia e sulle imprese del nostro Paese. La dimensione della sfida richiama allora l’assoluta necessità che il percorso di transizione, partendo dall’attuale struttura del sistema energetico nazionale, possa compiersi nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, secondo cui tutte le tecnologie e i modelli produttivi possono concorrere a giocare un ruolo importante nella transizione in una logica di complementarietà delle filiere. La dimensione temporale, connessa con la maturazione delle tecnologie e la durata degli iter autorizzativi, diventa fondamentale per rendere concreta la possibilità di effettuare gli investimenti previsti nel PNRR e nel PNIEC in modo efficace ed efficiente.”

In questo quadro i piani di sviluppo del vettore idrogeno dovranno favorire l’integrazione dell’intera catena del valore e guardare alla complementarietà dei contributi dell’idrogeno rinnovabile e di quello decarbonizzato. Sarà strategica l’attivazione di collaborazioni locali — hydrogen valleys — per lo sviluppo di offerta e domanda nel medio-breve periodo in attesa dello sviluppo di un mercato dell’idrogeno su scala nazionale e dove la CCSU, rappresenta già una soluzione concreta ed efficace per la decarbonizzazione, in particolare per quei settori più energivori definiti “hard to abate”.

La Federazione ritiene prioritarie, inoltre, tutte quelle iniziative di decarbonizzazione che incoraggino il passaggio ad una economia circolare come la produzione di biogas, e il successivo upgrading in biometano, l’integrazione di biocarburanti, liquidi e gassosi. Non potranno essere trascurati gli interventi di estensione della vita utile e il recupero delle aree produttive come la riconversione delle raffinerie in bioraffinerie, il repowering degli impianti FER esistenti in un contesto in cui il comparto elettrico dovrà garantire una quota del 70% rinnovabile sulla domanda elettrica e il retrofitting della rete gas per il trasporto di idrogeno e green gas.  Nel settore dei trasporti, chiamato a dare un contributo importante agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, Confindustria Energia individua un mix di soluzioni, a partire dalla produzione e ricerca dei diversi low carbon fuels liquidi, tra cui biocarburanti e i carburanti sintetici (e-fuels). Sarà opportuno favorire la distribuzione dei prodotti gassosi GPL, metano e GNL e supportare la crescita della disponibilità già oggi presente di bioGPL, biometano e bioGNL. Lo sviluppo del vettore elettrico non potrà prescindere da uno sviluppo adeguato di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici nelle sue diverse articolazioni. Un mix di energie per la mobilità sostenibile, quello che si prospetta, e che avrà bisogno di una rete distributiva, multiservizio e multi-tecnologica, efficiente e adeguata.

 

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