Pniec, “serve il contributo di tutti”

Contributo di Confindustria Energia alla consultazione del Mise sul Piano Energia e Clima.

“Obiettivi raggiungibili attraverso partnership fonti tradizionali-Fer e con un approccio multitecnologico”. Le osservazioni di Confindustria Energia alla consultazione del Governo sul Piano.

“Serve il contributo di tutti”, è questo il messaggio che emerge dalle osservazioni di Confindustria Energia alla consultazione pubblica sul Piano energia-clima terminata domenica 5 maggio (QE 6/5). Un posizionamento, disponibile in allegato, che con visione trasversale ha evidenziato le questioni e i temi della filiera che rappresenta.

La federazione crede nella assoluta necessità di individuare le soluzioni e pianificare gli interventi in linea con il principio di neutralità tecnologica e nella logica della Life Cycle Assessment (LCA), “che premia le tecnologie innovative che guardano al processo di sostenibilità ambientale ma anche economica e sociale”. Per questo motivo, secondo Conndustria Energia, “il raggiungimento degli obiettivi europei e del Pniec potrà realizzarsi promuovendo la partnership tra fonti tradizionali, e in particolare il gas, e rinnovabili, anche in vista del phase-out del carbone al 2025 confermato dallo stesso Piano, e adottando un approccio multi-tecnologico, che garantisca adeguata flessibilità e sicurezza al sistema energetico nel suo complesso”.

Emerge chiaramente per la Federazione la necessità di arrivare pronti alla decarbonizzazione del mix di generazione elettrica, sviluppando per tempo nuova capacità rinnovabile e di generazione a gas ad alta efficienza ed efficientando le infrastrutture esistenti attraverso il repowering e revamping degli impianti, anche per preservare la risorsa suolo. Il ruolo centrale che sarà chiamato a svolgere il gas nella transizione, continua Confindustria Energia, richiama la questione relativa agli approvvigionamenti, in termini sia di riserve che di reti. La valorizzazione delle risorse domestiche di idrocarburi, tema assente nel Pniec, contribuirebbe – a giudizio della federazione – alla riduzione del grado di dipendenza energetica del Paese. La quota crescente di gas nel soddisfacimento della domanda finale di energia, rileva ancora Confindustria Energia, deve inoltre poter fare affidamento sullo sviluppo di un sistema infrastrutturale articolato e diversificato: l’Italia in questo contesto potrebbe affermarsi quale hub delgas.

Sul tema della mobilità sostenibile, la federazione rimarca il ruolo importante della ricerca e innovazione “che già oggi permette al mercato italiano di disporre di mezzi più efficienti ed evoluti sotto il profilo motoristico/tecnologico ed alimentati con carburanti a minor impatto carbonico”. Proprio in questo contesto, Confindustria Energia chiede di considerare tutte le tecnologie dai biocarburanti liquidi e gassosi, al gas (Gnl, Gpl, Gnc) “che possono contare già sulla maturità tecnologica e su infrastrutture esistenti, fino all’idrogeno ed elettrico che presentano ancora ampi margini di miglioramento”. Per chiudere il quadro, “è importante che si tenga conto in maniera adeguata del ruolo svolto dal downstream petrolifero nazionale, che approvvigiona il mercato di carburanti tradizionali a maggior compatibilità ambientale, oltre a porsi come esempio virtuoso grazie alla riconversione di due raffinerie tradizionali in bioraffinerie, favorendo la crescita di una vera e propria filiera dell’economia circolare, il cui sviluppo potrebbe essere maggiormente favorito con il rapido recepimento della disciplina europea sull’end of waste”. Nel mix di soluzioni, infine, per la federazione è da considerare l’importante contributo in termini di abbattimento delle emissioni del ricambio del parco auto circolante ante Euro 4 e le forme di mobilità alternativa come il car sharing.

Quanto infine all’efficienza energetica, in particolare nei settori civile e dei trasporti, per Confindustria Energia è sicuramente di primaria importanza per ridurre le emissioni, consumo e dipendenza energetica del Paese. “Non bisogna tuttavia dimenticare”, conclude, “che l’Italia è tra i Paesi più virtuosi nell’utilizzo dell’energia e di conseguenza gli interventi di efficientamento presentano costi marginali via via crescenti”.

L’intervista è stata pubblicata sul Quotidiano Energia

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